Le sfide del Supply Chain Manager: presidiare l’intera filiera e prendere decisioni efficaci e tempestive grazie ai dati

Data
11 Dic 2018
Categoria
Articoli
Le sfide del Supply Chain Manager: presidiare l’intera filiera e prendere decisioni efficaci e tempestive grazie ai dati

Tempo fa una grande casa automobilistica ha dovuto interrompere la produzione perché c’era stata una interruzione della fornitura dei dispositivi di sterzo necessari. Non si conosce l’impatto finanziario dell’arresto ma di sicuro la società ha dichiarato di voler ottenere un risarcimento da parte del fornitore.

L’incidente rivela la fondamentale importanza della gestione della supply chain che con una gestione efficace consente alle aziende di tracciare il movimento delle materie prime necessarie per creare i prodotti, ottimizzare i livelli delle scorte per ridurre i costi e sincronizzare l’offerta con la domanda dei clienti. Inoltre, la gestione della supply chain permette alle imprese di mantenere la visibilità sulla loro logistica per garantire la disponibilità dei materiali e la consegna dei prodotti ai clienti.

Una gestione efficace della supply chain aiuta inoltre le aziende a evitare interruzioni della produzione, identificando le aree che dipendono da un unico fornitore.

 

Le sfide da affrontare: dal servizio alla globalizzazione

Da questo punto di vista è indispensabile avere una corretta pianificazione e gestione del rischio con valutazioni periodiche della situazione anche alla luce del lancio di nuovi prodotti e i necessari approvvigionamenti. Fornitori e partner devono quindi parlare la stessa lingua, utilizzando gli stessi metodi per misurare le prestazioni ed evitando perdite di tempo.

Avere una visione completa della catena di fornitura permette di fare fronte ad alcune sfide che negli anni si sono fatte sempre più stringenti.

I costi operativi sono sottoposti a una forte pressione estrema a causa dell’aumento dei costi di energia/combustibile e di trasporto, del maggior numero di clienti globali, della tecnologia, delle nuove normative e dell’aumento dei prezzi delle materie prime.

Per questo la pianificazione diventa fondamentale. Conoscere per prevedere il rischio è una delle sfide principali da affrontare. Quindi sono necessarie valutazioni periodiche e riprogettazione che hanno come base di partenza i dati raccolti da una supply chain che deve virare verso il digitale raccogliendo, grazie a sensori opportunamente disposti, i dati lungo la filiera per comprendere dove la produzione rallenta, dove si produce di più e meglio e dove sono annidati i potenziali rischi.

L’analisi dei dati diventa un elemento strategico.

Poi ci sono i i clienti che si sono fatti più esigenti, attenti e consapevoli. Vogliono i prodotti in fretta ma cercano anche aziende che soddisfino le loro esigenze in fatto di sostenibilità. Per questo molte aziende hanno iniziato a pubblicare i dati relativi al risparmio dei consumi ottenuti lungo la filiera che diventa green.

Oltre che esigenti i clienti si sono fatti anche imprevedibili. Infatti la domanda fluttua con maggiori oscillazioni e necessita di sofisticati modelli di previsione con deviazioni che devono essere regolate nel sistema di pianificazione della supply chain e richiedono regolazioni strategiche. Tutto questo si riflette nella gestione delle scorte che possono essere poche o tante a seconda dei momenti.

Fondamentale è poi l’attenzione agli sprechi. Il controllo dei margini per le aziende è fondamentale e per questo il problema degli sprechi assume grande importanza. Vale per il ristorante ma anche per l’azienda manifatturiera.

La presenza sui mercati esteri costringe le aziende a localizzare i prodotti con un cambiamento significativo nella catena di fornitura, poiché le imprese devono adattare le loro proposte a culture e preferenze di gusto diverse. E poi c’è la vita più breve dei prodotti che devono essere spesso aggiornati con nuove caratteristiche.

In tutto questo emerge l’importanza del dato che è la chiave di volta per non perdere la bussola in una situazione così complicata e che anzi permette di semplificare la situazione.

 

Esempi virtuosi: Zara

Nel mondo della supply chain esistono casi di scuola che spiegano come una supply chain efficiente che si misura sui dati possa essere alla base del successo di un’azienda. È il caso di Zara, la società di abbigliamento del gruppo spagnolo Inditex, che ha soppiantato aziende che in passato hanno avuto un certo successo come l’italiana Benetton.

Anni fa Benetton partendo dal dato aveva costruito il suo successo. I dati delle vendite di una serie di negozi campione rivelavano infatti le tendenze dei consumatori per quanto riguardava i colori che sarebbero poi diventati di moda. Questo abbinamento a una nuova tecnica che permetteva di utilizzare lana grezza che poteva essere poi tinta con colori differenti a seconda delle richieste del mercato con un abbassamento del time-to-market.

Oggi Zara è andata molto oltre sviluppando una politica distributiva che rinnova una parte dell’offerta ogni due settimane. In questo modo il consumatore è più portato all’acquisto veloce, di impulso, perché sa che fra pochi giorni quel capo potrebbe non essere più in vendita.

Per fare questo però l’azienda si muove con tre-sei mesi di anticipo per il design e la scorta dei materiali arrivando ad acquistare il 65% del fabbisogno. Il resto degli acquisti dipenderà dalle richieste del mercato. Tutti i capi di abbigliamento sono realizzati esternamente e sono fatti in tempi diversi a seconda del momento di mercato. Così in negozio si trova una collezione base affiancata dai prodotti che invece hanno una durata brevissima e con forniture continue.

Supply chain da manuale.

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